Sei comodamente sdraiata sul divano intenta a rilassarti leggendo un articolo di moda ma dopo qualche rigo capisci che c’è qualcosa che non va: ci sono troppi termini di cui non sai il significato! Se nutri una certa passione per la moda di certo non puoi evitare di imparare alcuni termini tipici di questo mondo ma non pensare che conoscere alcuni vocaboli debba essere appannaggio degli “addetti ai lavori”: se sei curiosa e vuoi conoscere qualche termine nuovo o approfondire il significato di parole che sei solita usare ma di cui non conosci alcuni retroscena non soffocare la tua curiosità. Vuoi imparare a “tradurre il modese”?Inizia da queste cinque parole: “animalier”,“ascot”, “baby-doll”, “baggy” e “balloon”.

Animalier

Gli uomini delle caverne usavano le pelle degli animali naturalmente per difendersi dal freddo ma anche per un motivo più spirituale: pensavano in questo modo di poter acquisire le doti dell’animale a cui quella pelle era appartenuta. Tu a quale animale desideri ispirarti? Vorresti emulare uno scattante felino o magari un sinuoso serpente? Una stampa “animalier” è una stampa che nei colori e talvolta anche nella texture mira a ricordare il manto dei più disparati animali. Rientrano infatti nella categoria delle decorazione di tipo ”animalier” le stampe leopardate e tigrate ma anche le fantasie zebrate e perfino i tessuti pitonati e piume tese a ricordare le ali variopinte degli uccelli. Animalier si animalier no? C’è chi detesta l’animalier e chi invece non riesce a rinunciare ad arricchire la maggior parte dei propri outfits con almeno un capo maculato ma difficilmente questa fantasia lascia indifferenti. Il tessuto animalier può essere declinato in mille modi: può diventare sfacciatamente sexy come nell’interpretazione data da Betty Page ma può anche assumere un’allure più sofisticata come quella conferitagli da Dior. L’animalier print  può essere la stampa passepartout di una donna grintosa che sa come mescolare capi maculati e altri abiti per creare un look in perfetto street style ma può anche diventare spiritoso e rock quando viene usato, ad esempio, per decorare calze originali e viene abbinato a dettagli fluo.

Leopardato ma anche tigrato, zebrato e pitonato: in una parola Animalier.
Leopardato ma anche tigrato, zebrato e pitonato: in una parola Animalier.

Ascot

Siamo nel 1600 e c’è un particolare tipo di sciarpa da collo che sta prendendo piede nella moda maschile: il plastron.  È un fazzoletto che muove i suoi primi passi in Francia e che può essere realizzato con i materiali più disparati. Passano gli anni e ci ritroviamo nell’800 inglese dove il plastron inizia ad essere chiamato cravatta Ascot e subisce un piccolo cambiamento di stile. La cravatta Ascot è più corta del plastron, al colore bianco vengono affiancate altre sfumature neutre e questo fazzoletto viene annodato in modo da assumere un aria voluminosa che viene mantenuta bloccando l’Ascot nella forma prescelta grazie ad una spilla. Chi indossa la cravatta Ascot che nel frattempo diventa caratterizzata da tessuti sempre più rigidi e da tonalità sempre più variopinte? Ad usare la cravatta Ascot  erano naturalmente soprattutto gli uomini aristocratici (del resto il nome Ascot deriva dalla corsa ippica “Royal Ascot”) ma l’Ascot veniva indossato anche dalle signore soprattutto in tenuta da amazzone. Questo accessorio ti ha incuriosito ma temi che l’Ascot possa apparire “troppo pretenzioso”? Il segreto, a volte, sta solo nella capacità di sdrammatizzare: l’Ascot lascia ampio margine alla creatività personale  già a partire dalla scelta su come annodarlo e inoltre questo particolare accessorio può anche essere reinventato in base al proprio stile e agli altri capi d’abbigliamento che si è soliti indossare.

Ecco come si annoda la cravatta Ascot.
Ecco come si annoda la cravatta Ascot.

Baby Doll

La seduzione non va mai a dormire: avere un proprio stile durante il giorno, infatti, non significa di certo abbandonare la voglia di piacere e soprattutto di piacersi non appena il sole tramonta! Gli indumenti femminili da notte sono moltissimi e tra questi si annovera il baby-doll. Questo capo di biancheria femminile da notte è costituito da una camiciola piuttosto corta che generalmente si ferma ai fianchi e da slip coordinati. Se si pensa alla lingerie non si può quindi non pensare al baby-doll in tutte le sue mille varianti: questo indumento da notte, infatti, può essere realizzato in diversi materiali che vanno dalla seta ai tessuti trasparenti e può essere declinato in vari colori che possono andare da un nero molto seducente, al rosa pastello capace di accentuare l’immagine maliziosamente innocente suggerita dal baby-doll passando per il rosso passione e per il candore del bianco.

Camiciola corta e slip coordinati: signori e signore ecco a voi il baby-doll!
Camiciola corta e slip coordinati: signori e signore ecco a voi il baby-doll!

Baggy

Ogni volta che entri nel camerino di un negozio con un paio di pantaloni temi che possano andarti stretti: lo spettro di dover provare una taglia più grande ti atterrisce e vorresti soltanto riuscire a entrare nei pantaloni che stringi tra le mani. Se qualche volta ti è capitato di ritrovarti in una situazione simile cambia radicalmente punto di vista: pensa al fatto che esiste un particolare modello di pantaloni che è volutamente molto più largo di come dovrebbe essere. Di quali pantaloni stiamo parlando? Naturalmente dei baggy! La loro nascita affonda le radici nel bisogno di praticità: i pantaloni baggy, infatti, nascono come pantaloni da lavoro e la loro larghezza, quindi, è una scelta dettata dal bisogno di comodità tipico di chi si ritrova a dover lavorare a ritmi serrati e in mansioni faticose. Oggi i pantaloni baggy con il loro cavallo basso e il loro essere volutamente informi sono diventati emblema dello street style: la moda dei baggy pants, infatti, è esplosa con la stragrande diffusione della musica hip hop. Cosa significa quindi prendere in prestito da un rapper un paio di pantaloni baggy? Significa indossare pantaloni molto ampi e a vita così bassa da mettere molto spesso in bella mostra la biancheria intima.

Pantaloni larghi a vita bassissima: ecco i baggy pants tanto amati dai rapper.
Pantaloni larghi a vita bassissima: ecco i baggy pants tanto amati dai rapper.

Balloon

Al sentire la parola “balloon” pensi soltanto a giostre, zucchero filato, e bambini sorridenti che stringono forte un filo con attaccato un palloncino? O magari ti vengono in mente soltanto allegre e colorate feste di compleanno? Stai dimenticando un importante capo d’abbigliamento: la gonna balloon! Com’è una gonna balloon? La gonna a palloncino è caratterizzata dalla presenza, sul fondo, di un elastico: è proprio questo elastico che permette alla gonna di avere il suo caratteristico “volume” a cui deve il nome. Una gonna a palloncino, data questa sua peculiare capacità di creare volume, sarà quindi ottima per una donna che desidera allargare otticamente i propri fianchi e quindi aumentare le proprie curve; ma le gonne a palloncino non sono riservate solo a chi ha un fisico molto minuto: se hai fianchi generosi ma non vuoi rinunciare a provare una “balloon skirt” opta per una gonna a palloncino che si fermi poco sopra il ginocchio.

La gonna a palloncino è così chiamata proprio per il suo “volume”.
La gonna a palloncino è così chiamata proprio per il suo “volume”.